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Le 5 regole d’oro del packaging design

Storia del Packaging

Anche se in forma molto semplice il packaging per la confezione dei prodotti esiste da molto tempo.
Solo dopo una forte crescita industriale e quindi in concomitanza con un forte sviluppo, il packaging design è diventato più sofisticato e sviluppato.

Oggi le reti di trasporto, la distribuzione e la vendita al dettaglio dipendono completamente dal packaging.

La confezione di un prodotto con un design ottimale è uno strumento forte d’informazione, un mezzo pubblicitario portatile e quindi parte del prodotto stesso.
Questo amplia la funzione primaria del packaging, che rimane sempre quella di contenere e di proteggere.

Nei primi anni del Novecento la confezione ha un duplice utilizzo: deve contenere il prodotto durante il trasporto e deve soddisfare il cliente da un punto di vista visivo.
L’involucro viene sentito ancora come un oggetto totalmente indipendente dal contenuto: l’uno da consumare, l’altro da collezionare.

 

Intorno agli anni Trenta, negli Stati Uniti, dove mercato e consumo di massa erano già sviluppati, si inizia a vedere con maggior interesse il packaging.

Alcuni grandi designer tra cui Raymond Loewy iniziano a operare in questo settore, iniziando una piccola rivoluzione nel packaging design visto d’ora in avanti come uno strumento per vendere meglio un prodotto senza altre finalità.

Tra i lavori più importanti di Loewy ricordiamo il design della bottiglia di Coca Cola (1955) e il logo della Shell (1971).

Nel periodo appena dopo il dopoguerra e in particolare negli anni Cinquanta, anche l’Europa conosce il consumo di massa e soprattutto i sistemi moderni di distribuzione.

La marca diventa immagine e l’immagine si costruisce attraverso vari aspetti tra cui l’imballaggio che diventa un elemento costitutivo della comunicazione della marca.

A tutti gli effetti si parla di Comunicazione Coordinata dell’immagine aziendale (…hai letto il mio articolo precedente?).

A questo punto i prodotti non vengono più rappresentati con un’immagine che riflette il contenuto ma con un’immagine “emozionale” pronta a soddisfare la ricerca dell’acquirente.

Il packaging design dunque non racconta il prodotto reale, ma quello che era prima di essere trattato industrialmente o quello che sarà dopo la manipolazione successiva da parte del consumatore.

I materiali utilizzati

Oltre a grafica e forma oggi anche il materiale di cui è fatta la confezione riceve una particolare importanza, infatti offre al designer numerose e differenti soluzioni sia in termini di praticità che di visibilità e comunicazione.

Il vetro dona forte identità al prodotto attraverso le varie forme, inoltre è stabile, igienico, riciclabile. Altra caratteristica importante del vetro è che fa parlare il contenuto.

 

 

La carta: ecologica, facilità d’uso e soprattutto capacità di comunicazione sia in termini di visibilità che di riconoscibilità sullo scaffale.

La banda stagnata: sinonimo di comodità per i cibi in scatola, diventato l’abitudine a cui probabilmente i nostri stili di vita attuali non potrebbero più rinunciare.

La plastica che con numerose soluzioni applicative e ampie possibilità d’accoppiamento con altri materiali (carta, cellophane, alluminio) da vita a confezioni duttili, espressive negli aspetti formali e capaci di proporre una nuova estetica.

Arriviamo finalmente al punto cruciale del discorso 🙂

Quali sono le regole per un buon packaging che attiri l’attenzione e che ci faccia vendere?

1. Chiaro e semplice

La prossima volta che vai al supermercato, prova a fare un giro “irregolare” e scorri su alcuni prodotti. Guarda questi prodotti e poniti solo due domande:

A cosa serve questo prodotto?

Qual’è l’immagine dietro a esso?

Sarete stupiti nel scoprire che è difficile rispondere a queste domande in meno di 4 secondi, ossia il tempo medio MASSIMO oltre il quale il cliente perderà l’attenzione e non comprerà più il nostro prodotto.

Scoprirete che in molti prodotti vengono citate dozzine di qualità e benefici senza una marca veramente riconoscibile.

Scoprirete prodotti che sembrano magnifici all’esterno ma che non hanno alcuna spiegazione sul prodotto che contengono.

Quindi siate chiari sul prodotto, siate chiari sul brand.

Ricordate la regola d’oro detta “KISS”: Keep It Simple, Stupid!

 

2. Puro e genuino

Nel packaging design del prodotto, parlando sia di clienti che designer, spesso si sforzano di rappresentare il prodotto nel modo migliore assoluto possibile.

Essi per esempio illustreranno un prodotto intriso nel cioccolato, quando in realtà stai acquistando un semplice pane aromatizzato al cioccolato.

Descrivendo un prodotto dieci volte superiore a ciò che è veramente, stai ingannando e disilludendo il cliente.

Questo è il momento di acquistare la fiducia. I clienti non hanno nulla contro i prodotti semplici e poco costosi, il punto è di riconoscere ciò che stanno acquistando!

Ovviamente si aspettano “tocchi cosmetici” a un certo punto, ma non ad un punto in cui il prodotto dà un’impressione di essere qualcosa di completamente diverso.

Cercate di rappresentare il prodotto nel modo più ideale possibile, ma ricordando che i clienti meritano di essere trattati correttamente.

3. Autentico

Cratività e carattere sono il cuore di un grande progetto di Brand e ovviamente, un grande progetto di packaging.

Il perchè è semplice, ci sono molti prodotti uguali al tuo là fuori. Il modo migliore per affermare l’immagine è quello di essere diversi e autentici.

Poichè questa è veramente una questione di immaginazione ed esplorazione, è difficile dare una vera e propria definizione di “essere autentici”.

Facciamo alcuni esempi. Nel caso in cui si è in un contesto di imballaggio non specifico, si potrebbe applicare uno stile di confezionamento con solidi “standard visivi”.

Oppure nel caso che tutti stiano utilizzando un layout orizzontale per il vostro prodotto, potrete scegliere di utilizzare un layout verticale.

Sbalordite, siate diversi, provate ad indagare su altri prodotti magari per avere un’ispirazione inaspettata.

 

4. Ampliabile

Un concept di design dell’imballaggio del prodotto deve tener conto di una eventuale estensione di linea (varietà di prodotti) o di una sotto-marca.

Inoltre, una volta individuato il concept grafico occorre cercare di capire come realizzare un product design scalabile ovvero addattabile a tutte le diverse versioni del prodotto.

 

5. Packaging design Pratico

La pratica gestisce la vera forma, dimensione e funzionalità del contenitore del prodotto, non semplicemente il nome o l’involucro. Più è funzionale il prodotto, più vendite si otterranno.

Quando Heinz ha studiato un nuovo design per la bottiglia di ketchup, le vendite sono aumentate vertiginosamente…

 

La praticità è la parte più trascurata nel design dell’imballaggio, essenzialmente per il fatto che i clienti regolarmente scelgono il design “testato nel tempo”
Questo si traduce in una perdita di opportunità e di innovazione.

La praticità da sola può risolvere molte delle sfide nella progettazione di un imballaggio.

 

Per concludere oggi dove l’apparenza la fa da padrona, un design di prodotto accattivante e memorabile può fare la fortuna di un’azienda, al contrario un design poco studiato e superficiale può esserne la rovina.

Se avete domande o dubbi sul packaging design scrivetemi e sarò felice di aiutarvi!!

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